Confimpresa Campobasso

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Martedì, 14 Gennaio 2014 09:29

La TASI e la "vecchia" IMU ...

Tra la TASI e la "vecchia" IMU non è chiaro se si intende tassare l'immobile ovvero solo coloro che beneficiano dei "servizi"?

Intanto va detto subito che, sulla prima casa c'è il rischio, anzi la quasi certezza, che da quest'anno la TASI, la tassa sui servizi indivisibili, sarà ben più pesante della vecchia IMU, in quanto sono sparite le detrazioni. Quello che preoccupa non è però solo il peso complessivo dell'imposizione fiscale ma l'incertezza che ancora circonda, ad esempio, le stesse aliquote della TASI. C'è un continuo rimpallo tra enti locali e Stato e, comunque, ad oggi, non è dato sapere quanto bisogna pagare. Noi continuiamo a chiederci come faranno i "poveri cittadini" che, con i sacrifici di una vita,hanno acquistato una casa, a pagare le "tasse dovute"???? Con lo spirito di "servizio", che da sempre ci ha animato in questo ruolo di affiancamento agli operatori del terziario e non solo,proviamo – nei limiti delle nostre conoscenze – a fare un poco di chiarezza sulla materia, ovvero a dare un minimo di illustrazione della situazione.
Cos'è la mini-IMU e quando si paga?
Si tratta di una quota residua dell'IMU 2013 relativa alle abitazioni principali, che dovrà essere versata in questo mese di gennaio in circa 2.500 Comuni: quelli nei quali si applicava lo scorso anno un'aliquota più alta rispetto a quella statale fissata al 4 per mille. Dunque il contribuente deve calcolare l'imposta che sarebbe dovuta in base alle decisioni comunali e quella con le regole di base, determinare la differenza e versare il 40 per cento di questa somma. La restante quota viene invece garantita dallo Stato e non sarà quindi dovuta. L'importo risulta naturalmente molto più limitato di quello che sarebbe stato pagato con un'IMU intera e dunque sarà in molti casi pari a pochi euro; per cui il maggior aggravio deriverà dalla necessità di fare i calcoli ed effettuare concretamente il versamento. Non è dovuta imposta al di sotto dei 12 euro. La scadenza per il pagamento è fissata al 24 gennaio.

Perché tante sigle e nomi diversi?
La vorticosa attività di revisione delle norme sulla tassazione immobiliare ha prodotto diverse nuove sigle, alcune delle quali sono state abbandonate ancor prima di essere effettivamente adottate aumentando la confusione tra i contribuenti. L'assetto finale (almeno per ora) prevede una imposta unica comunale (IUC) che però in realtà è solo una sorta di "titolo" generale che comprende i tre tributi effettivamente applicati. Il primo è l'IMU, imposta a carattere patrimoniale che continuerà ad essere pagata sugli immobili diversi dall'abitazione principale; poi c'è la TARI, tassa sui rifiuti, che sostanzialmente almeno per ora manterrà la struttura dell'attuale prelievo sull'immondizia; infine il tributo sui servizi indivisibili (TASI) che si applica su tutti gli immobili comprese le abitazioni principali. Per servizi indivisibili si intendono quelli il cui utilizzo non può essere misurato esattamente (illuminazione, verde pubblico e così via).

Quando va versata la tassa sui servizi?
Probabilmente in due rate a partire dal mese di giugno. Originariamente il governo aveva previsto quattro rate, la prima delle quali in pagamento entro il 16 gennaio. Ma nell'ultima versione della legge di stabilità il compito di stabilire numero e scadenze dei versamenti è affidato ai Comuni, con l'indicazione però che ci siano, di norma, almeno due rate a scadenza semestrale e in modo anche differenziato con riferimento alla TARI e alla TASI. I contribuenti potranno comunque optare per il pagamento in un'unica soluzione entro il 16 giugno. Dunque occorre attendere che una volta definiti gli ultimi aggiustamenti alla normativa statale le amministrazioni comunali provvedano a fissare le proprie regole: è prevedibile che la maggior parte delle amministrazioni inizi ad applicare il nuovo tributo proprio a partire da giugno, anche per avere il tempo necessario a recepire le novità.

Con quali aliquote e quali sgravi?
La TASI ha un'aliquota di base dell'1 per mille, da applicare sulla stessa base imponibile dell'IMU (dunque rendita catastale rivalutata del 5 per cento e moltiplicata per 160). I Comuni hanno però la facoltà di ridurre questa aliquota fino ad azzerarla oppure di aumentarla, però entro determinati limiti. L'aliquota complessiva di IMU (se applicata) e TASI non dovrà superare il valore massimo dell'aliquota IMU applicabile nel 2013: nel caso delle abitazioni principali, il 6 per mille, per gli altri immobili il 10,6. Per quest'anno però c'è un tetto più basso fissato al 2,5 per mille, che è dunque la soglia effettiva per le prime case che sono esenti da IMU. I Comuni potranno andare oltre questi valori solo per un complessivo 0,8 per mille, distribuito tra abitazioni principali ed altri immobili, a condizione di usare il relativo maggior gettito per applicare detrazioni d'imposta, con lo scopo di non penalizzare in particolare le abitazioni di minor pregio.

Che differenza c'è rispetto all'IMU?
Nel suo "concepimento", la tassa sui servizi dovrebbe essere piuttosto diversa dall' IMU: si presume che un tributo di questo tipo debba colpire chi beneficia di servizi e non chi semplicemente possiede un immobile. Sta di fatto che, in pratica però, l'esecutivo ha annacquato queste caratteristiche prevedendo come base imponibile la rendita catastale (come per l'IMU) invece della superficie e limitando ad una piccola quota il versamento a carico degli occupanti effettivi. Inoltre anche l'aliquota potrebbe avvicinarsi a quella della precedente imposta, anche se un po' più bassa. Anche la facoltà di applicare detrazioni ricorda il modello precedente e complessivamente per una buona fetta di contribuenti l'effetto sarà sostanzialmente analogo. L'intensità del prelievo dipenderà comunque dalle concrete scelte dei Comuni ai quali restano almeno sulla carta ampi margini di autonomia. Sulla TASSA SUI SERVIZI rimaniamo sempre convinti che è "illegittimo farla pagare a chi non ha i servizi" e che, in ogni caso, una volta che si obbliga il cittadino a pagarla (anche in assenza di erogazione degli stessi servizi) occorrerà, di conseguenza, garantire agli stessi cittadini i servizi (pubblica illuminazione, manutenzione strade,ecc.)attraverso appositi l'adozione di appositi provvedimenti amministrativi di "assunzione al patrimonio comunale" delle strade,aiuole,ecc che allo stato attuale sono private con costi di manutenzione/utilizzazione a carico degli stessi cittadini.

Alla fine chi perde e chi guadagna?
Il governo ripete che per quanto riguarda l'abitazione principale il gettito complessivo sarà comunque inferiore a quello della precedente IMU e della maggiorazione TARES applicata solo per il 2013. A livello di singolo contribuente però le cose potrebbero andare diversamente. In particolare rischiano di pagare di più (o di essere chiamati al versamento mentre prima erano esenti) i proprietari di abitazione con basso valore catastale, a meno che in Comuni non intervengano predisponendo opportune detrazioni d'imposta a fronte delle eventuali maggiorazioni delle aliquote. Al contrario dovrebbero risultare favorite - in modo più o meno significativo - le case con un valore catastale relativamente alto. Quasi certo è l'aggravio per le seconde case, che paradossalmente sarà limitato solo dal fatto che per questa tipologia di immobili il prelievo è già vicino ai valori massimi.

 Luigi Zappone (presidente CONFIMPRESA Molise).

Occorrono politiche efficaci a sostegno del commercio e delle PMI

 

Ancora una volta “ i conti non tornano”: il 2012 si è chiuso con l’ennesimo bilancio in rosso per le imprese del commercio e del terziario più in generale. A due settimane dalle elezioni, chiediamo,sia al futuro governo nazionale, che a quello regionale, un impegno concreto per far ripartire i consumi e puntare alla crescita. “E’ necessario che la “nuova classe politica “ ( se nuova sarà!!!) tenga conto che nel 2012 il saldo delle attività commerciali, tra aperture e chiusure, è stato fortemente negativo rispetto all’anno precedente; così come il volume dei fatturati. Una conseguenza, purtroppo, del crollo dei consumi. A nostro modo di vedere , ad una crisi economica evidente si sono aggiunti interventi errati del governo: in primo luogo l’aumento complessivo del carico fiscale su imprese e famiglie che ha indebolito ulteriormente i consumi e soprattutto l’assenza di un’idea di futuro che deprime la fiducia dei consumatori. A questo vanno aggiunte le “ricette schematiche”, prive di sostanza come la “liberalizzazione degli orari” che si è concretizzata solo nelle conseguenti aperture domenicali dei grandi centri commerciali. La conseguenza immediata, di detta liberalizzazione degli orari, è stata la chiusure dei negozi tradizionali, specie quelli alimentari, che è diventata una vera e propria piaga anche nelle nostre città. Occorre che la nuova classe politica faccia proposte precise – da attuare, una volta al governo -  sia dal lato della riduzione della spesa sia da quello dell’utilizzo delle risorse liberate, che vanno impegnate, senza perdere altro tempo, per ridare respiro e prospettive alle famiglie e alle imprese; il tutto con l’intento di bloccare l’allarmante emorragia di queste ultime e di consentire invece a chi opera soprattutto nel mercato interno di investire e creare nuovo lavoro e ricchezza. I candidati del territorio dovrebbero dare più peso alle “piattaforme per le imprese”, che possono essere redatte e presentate solo da chi, come noi, ha vissuto e vive, nel quotidiano, il “mondo produttivo del terziario”. Giusto per accennare a qualche potenziale “percorso” diciamo che la riduzione delle spese nel settore pubblico ( da più parti paventata) dovrebbe fare in modo che, l'utilizzo delle risorse liberate, vadano impegnate, senza perdere altro tempo, per dare respiro e prospettive a famiglie e imprese. Anche l’applicazione della Tares sarà un ulteriore banco di prova per capire se la politica abbia compreso o meno la drammatica situazione delle imprese. si devono aggiungere impegni incisivi a livello nazionale,in particolare sulla crescita della capacità di spesa delle famiglie e il calmieramento delle rendite immobiliari che impongono alle imprese del settore canoni di affitto spesso insostenibili. E’ necessario, infine,come abbiamo sempre sostenuto, pensare a uno sviluppo più armonioso dei nostri centri urbani,valorizzando il commercio di vicinato, investendo in politiche della mobilità adeguate ed anche combattendo in modo efficace i fenomeni di commercio abusivo.

                                                                              Luigi Zappone

 

Le liberalizzazioni "selvagge"delle aperture domenicali, degli esercizi commerciali, hanno messo in gioco tre valori fondamentali, propri della "vita dell'essere umano": quello antropologico che priva le persone del riposo settimanale; quello sociale, che priva la famiglia di uno o entrambi i genitori, costretti a lavorare anche la domenica, la famiglia in primo luogo, il cuore dell'uomo, è la sede in cui Dio trova pace se l'uomo trova pace con se stesso e con la sua famiglia e gode del suo lavoro; quello economico, poiché un'economia senza regole e senza etica non porta benefici. Questo è stato anche il pensiero dell'Arcivescovo metropolita di Campobasso-Bojano, Mons.Giancarlo Bregantini e per questi tre motivi, ci sentiamo di condividere, con il mondo ecclesiastico, l'esigenza di un ripensamento della legge che regola-menti diversamente la materia. Ad avviso di questa Confederazione, la competenza, in materia di chiusure ed aperture domenicali e/o festive, deve tornare a livello locale, cioè alle regioni ed ai comuni per fare in modo che la decisione sulle aperture possa essere presa di fronte a necessità specifiche ed in un giusto rapporto con le esigenze del territorio.

La scelta di una liberalizzazione senza regole in una fase, per giunta, di profonda recessione, ha acuito invece solo le difficoltà delle Pmi senza peraltro avere effetti significativi sui consumi delle famiglie che hanno registrato un pesante trend negativo fino ad arrivare nel 2012 ad un calo record superiore al 4%. Gli effetti stravolgenti di questa situazione hanno inoltre ripercussioni gravi sull'occupazione e sulla deserti-ficazione dei centri urbani.

La strada da percorrere, - a nostro avviso – nell'immediato, per limitare la totale liberalizzazione introdotta dal decreto Monti è quella di richiedere l'osservanza ed il rispetto del decreto con il quale, anche l'Italia ha recepito la direttiva Bolkestein. Questo provvedi-mento,infatti, pur liberalizzando l'esercizio di molte attività, prevede delle limitazioni in base a motivi imperativi di interesse generale, che secondo la giurisprudenza della Corte Ue possono assumere varie vesti: l'ordine, la sicurezza, l'incolumità, la sanità pubblica, la tutela dei consumatori, dei destinatari di servizi e dei lavoratori, l'equità delle transazioni commerciali, la lotta alla frode, la tutela dell'ambiente, incluso l'ambiente urbano, gli obiettivi di politica sociale e di politica culturale. Sussistendo questi motivi, l'accesso e l'esercizio di una attività di servizio possono, nel rispetto dei principi di proporzionalità e non discriminazione, essere subordinati anche a requisiti concernenti restrizioni quantitative o territoriali sotto forma, in particolare, di restrizioni fissate in funzione della popolazione o di una distanza geografica minima tra prestatori.

Va sottolineato,inoltre, che il recepimento della direttiva Bolkestein è stato un esempio di dialogo "collaborativo" tra Stato e Regioni, al contrario del decreto Monti che è "calato" sulle Regioni senza che vi sia stata alcuna consultazione.

                                                                                                                                         Luigi Zappone

La profonda crisi che il commercio sta attraversando non è soltanto il frutto di politiche nazionali eccessive o della crisi economica mondiale, ma è anche la conseguenza di politiche sbagliate, anche in ambito locale, A nostro avviso " sul banco degli imputati vanno messe anche le politiche locali regionali ( della Regione Molise) sbagliate, quando esistenti, se non addirittura assenti". Oggi più che mai, proprio nel pieno di una campagna elettorale, sia nazionale che regionale, ci sentiamo in dovere di unirci alla "protesta" che tutti gli operatori del terziario e delle piccole e medie imprese, in particolare, stanno elevando, da qualche tempo, contro la crisi del commercio.  A nostro modesto avviso, se la crisi è un dato incontrovertibile a livello nazionale, a livello regionale è invece imputabile anche al disinteresse della Regione. Il Molise conosce ormai da tempo la "vergogna" ed il peso di una narrazione politico-amministrativa totalmente al di fuori  della realtà, laddove la vocazione commerciale delle nostre realtà cittadine (almeno per quando riguarda Campobasso, Isernia, Venafro , Termoli, Bojano e Larino) non solo è stata trascurata ed ignorata, ma addirittura spesso vissuta come un "fastidio". Basta vedere, su tutto, ma non è certo l'unico esempio, ( e lo andiamo dicendo da tempo) la tristissima parabola discendente del centro murattiano di Campobasso, diventato l'emblema di troppi anni di politiche fallimentari in materia di commercio e di "grande distribuzione". In questo contesto, non solo condividiamo il malumore dei commercianti, delle imprese artigiane e di tutte le p.m.i. che chiedono giustamente alla politica un impegno concreto, ma ci diciamo convinti, ad esempio, che gli sgravi fiscali, la diminuizione del costo del lavoro, l'accesso più agevolato al credito e lo snellimento reale degli adempimenti burocratici debbano essere azioni preminenti del prossimo Governo nazionale. Dall'altra, riteniamo che occorra incalzare sulle proprie responsabilità chi amministrerà la Regione Molise nei prossimi cinque anni. In sostanza, ci sembra paradossale, da parte di tutti i candidate alla Presidenza della Regione , fare proclami e programmi, senza sentire i rappresentanti delle categorie del terziario, senza avere ben presente quali possano essere le possibili soluzioni e gli interventi da attuare per "risollevare il settore" e far ripartire, di conseguenza, l'economia regionale. In conclusione sentiamo di poter sostenere che la "politica" in generale – di qualsiasi colorazione – dovrebbe avere maggiore rispetto per i cittadini, i lavoratori, a partire proprio dagli operatori del commercio e delle p.m.i. più in generale, che rappresentano il tessuto trainante di questa realtà territoriale molisana, da troppi anni abbandonati a se stessi nella più profonda solitudine.

Luigi Zappone

Fim - Confimpresa presenta la prima edizione de "l'abatina"
La Federazione Italiana Macellai aderente a Confimpresa organizza per domani 17 gennaio a Campobasso in rione Sant'Antonio Abate la prima edizione de "l'Abatina". Nel corso della mattinata i maestri macellai aderenti all'associazione effettueranno una dimostrazione gastronomica con preparazione di piatti "pronti a cuocere".

Mercoledì, 12 Dicembre 2012 13:45

CORSO PER ALIMENTARISTI "EX LIBRETTO SANITARIO"

Domani presso la sede di Terminus formazione in collaborazione con Confimpresa Molise, si svolgerà il corso base per alimentaristi.

Ex-libretto sanitario .

La durata del corso è di 6 ore

Per maggiori informazioni si prega di contattare la segreteria organizzativa al n. 0874/418684  Sig.ra Piano Tina

Mercoledì, 12 Dicembre 2012 13:34

INCONTRO PUBBLICI ESERCIZI AD ISERNIA

Si svolgerà, giovedì prossimo alle 10,00 presso la Camera di Commercio di Isernia un incontro degli operatori dei pubblici esercizi e della ristorazione aderenti a Confimpresa. Nel corso dell'incontro si affronteranno molti temi di attualità per la categoria. Dopo il saluto

 

Nasce un nuovo sindacato che raggruppa gli operatori del mondo delle librerie e delle cartolibrerie molisane. Nei giorni scorsi è stata costituita la Filc

Giovedì, 22 Novembre 2012 11:51

PARTONO I CORSI DI FORMAZIONE

Sono aperte le iscrizioni ai corsi di formazione per:

- OPERATORE COMMERCIALE DEL SETTORE ALIMENTARE della durata di 128 ore;

- ESPERTO CONTABILE della durata di 152 ore

- AGENTE IMMOBILIARE della durata di 92 ore

Per maggiori informazioni si prega di contattare gli uffici al n. 0874/418684 Sig. ra Piano Tina

Mercoledì, 21 Novembre 2012 16:12

Nel Molise i saldi invernali partono il 5/01/13

Il Molise si adegua alle altre regioni italiane per l'inizio dei saldi invernali 2013. A comunicarlo l'Assessorato Regionale allo Sviluppo Economico e alle Attività Produttive. Come deciso con delibera emanata dalla Giunta Regionale, in Molise, seguendo le direttive della Conferenza Stato – Regione, i saldi invernali partiranno sabato  5 Gennaio 2013, giorno prima dell'Epifania, e non più il 7 gennaio.

Apertura domenicale/Bregantini:eccezione e non regola

Si è tenuta nella tarda mattinata di lunedì 19 novembre la conferenza stampa a tema "Campagna Libera la Domenica", presso la sede della Curia Arcivescovile di Campobasso. Relatori Monsignor Giarcarlo Bregantini, Presidente per la Commissione per i problemi sociali e il lavoro della Cei, Mina Giannandrea, Presidente Federstrade- Conferesecenti Roma, Graziando D'Agostino direttore regionale di Confesercenti, Giulia D'Ambrosio presidente di CommercioAttivo e Imprese che resistono, Luigi Zappone, presidente di Confimpresa Molise. La conferenza è stata l'occasione per lanciare una raccolta firme contro l'apertura domenicale dei negozi ma anche contro la liberalizzazione selvaggia, partendo dalla legge regionale n.33 del 1999 che ha recepito il Decreto Bersani del 1998. " L'indignazione contro la libertà sfrenata - afferma Monsignor Bregantini - arriva proprio dai commercianti. I valori che vengono messi in gioco sono tre, quello antropologico che priva le persone del riposo, quello sociale, che priva la famiglia di uno o entrambi i genitori, costretti a alavorare anche la domenica, quello economico, è constatato che la legge sulla liberalizzazione ha di fatto abbassato i ricavi del commercio di ben il 2%. Non si tratta di una battaglia clericale, della domenica come giorno in cui chi è cattolico va in chiesa, perchè non c'è solamente la religione cattolica, si tratta di una battaglia umana, sociale e d economica intelligente. L'apertura domenicale dovrebbe diventare un'eccezione, non una regola". Nell'incontro si è fatto il punto della situazione soprattutto rguardo la regione Molise, alla difficootà delle piccole imprese e negozi e della constatazione che anche un centro comerciale come il Carrefour di termoli sia a rischio chiusura. La proposta avanzata è quella di una regolamentazione del commercio, la gestione della apertura e chiusure domenicali ma anche festive dovrebbe passare alle regioni, che dovranno, secondo le esigenze del territorio e della popolazione, della conformazione geografica e turistica, saper gestire la situazione. "Il cambiamento vero non si fa nei grandi eventi - continua Monsignor Bregantini. - Ma nel piccolo gesto di tutti i giorni. Nell'attuale bisogno di cambiamento è il cambio della legge sulle aperture domenicali dei negozi. La Legge del Governo Monti, desertifica le nostre famiglie perchè priva le mamme nei giorni di festa dei loro figli. Desertifica i cuori, perchè non permette il meritato riposo di cuore e corpo. E desertifica anche la socetà che si ritrova più povera".

Arriva l'autodiagnosi per la propria dichiarazione dei redditi: il Redditest che domani verrà presentato ufficialmente dall'Agenzia delle Entrate. Il nuovo strumento informatico, che potrà essere scaricato sul proprio computer dal 20 di novembre appunto, consentirà ai contribuenti di verificare se quanto dichiarato corrisponde effettivamente a quanto speso durante l'anno fiscale. Il tutto al fine di mettersi al riparo da eventuali accertamenti del fisco. Il software, infatti, indicherà al contribuente la corrispondenza dei dati inseriti: da un lato, infatti, ci sono le spese indicate direttamente dal cittadino; dall'altro, il programma inserirà quelle base sostenute da una famiglia tipo secondo i dati Istat. Con una luce verde, gialla o rossa si vedrà se la propria dichiarazione corrisponde a quanto il fisco si aspetta oppure se il contribuente dovrà rifare tutto da capo.
Il Sole 24 Ore ha pubblicato anche un vademecum di cose da fare per una corretta compilazione:

A conclusione dell'incontro, il Consiglio della F.I.M. ha proceduto anche alla nomina  del Presidente e Vice Presidente della stessa Federazione.

           Sicuramente le condizioni climatiche che imperversavano sulla zona del medio Molise, nel pomeriggio di domenica 18 novembre, non lasciavano intravedere niente di positivo per lo svolgimento dell' Incontro degli operatori macellai della provincia di Campobasso. La F.I.M., neonata Federazione Italiana dei Macellai, di Confimpresa,- che ha avuto , qualche tempo fa, il suo "battesimo" proprio in Molise – voleva misurarsi e verificare se l'incontro di Ferrazzano,di qualche settimana fa, fosse stato un fatto isolato e o se, invece, gli operatori del settore carni (questa volta della zona del medio/basso Molise) avessero veramente "sete di ascoltare un altro modo di fare sindacato di categoria"? Per la numerosa partecipazione degli intervenuti, nonostante, come dicevamo, le condizioni climatiche avverse, e per l'attenzione prestata in sede di esposizione delle tematiche sul tappeto ed il coinvolgimento nel dibattito che ne è seguito, si può sicuramente affermare che la F.I.M. ha "fatto strada" e tanta ne farà in futuro, in quanto è risultato "palpabile" il desiderio, comune a tutti i presenti, di fare " della nuova Federazione il punto di forza di una categoria che, per troppo tempo, si sentita e vista abbandonata da altre organizzazioni presenti sul territorio regionale.". Durante l'incontro sono state trattate tematiche di interesse della categoria come:la necessità di rapportarsi e dialogare in maniera propositiva e risolutiva con gli enti pubblici (ad iniziare dalla Regione Molise),delle problematiche connesse alla concorrenza con la grande distribuzione. Si è parlato, quindi, della necessità di avere un'infor-mazione costante e puntuale sul modo di "gestire l'impresa", sulla opportunità di "essere uniti" (proprio nel Sindacato). Da parte di esperti dell'Asrem del basso Molise, sono state trattate le tematiche relative alla tracciabilità delle carni, nonché del sistema HACCP. Altri esperti dei rispettivi settori hanno illustrato le fasi e le problematiche degli "scarti di lavorazione delle carni", con le relative potenzialità di una diverso modo di attuazione/fruizione del servizio. Si è parlato di finanziamenti e possibilità di accesso al credito per le pmi. In buona sostanza non c'è stato "alcun momento per annoiarsi" o per registrare un disinteresse,- anche momen-taneo – da parte della numerosa platea. Dopo oltre tre ore di dibattito,l'incontro si è concluso con una riunione del Consiglio della FIM, aperto a tutti gli associati presenti, durante il quale si è proceduto  alla nomina del Presidente e del Vice Presidente della F.I.M. ( Federazione Italiana Macellai) di Confimpresa) nelle persone dei Sigg.ri Pasquale Tucci e Leonardo Mancini. Noi che abbiamo assistito a tutto il pomeriggio dei lavori fino a sera, abbiamo avuto modo di constatare, ancora una volta, come il "popolo degli operatori macellai" avvertiva la necessità di una "spinta", di "un accompagnamento " in un ricercato percorso di "unione associativa" mirato a fare in modo che l'aggregazione e l'unità di intenti possano costituire quella "forza in più" per combattere , e provare  a vincere, tante battaglie insieme nell'interesse di una categoria incautamente dimenticata ed abban-donata negli ultimi anni.

                                                                                                                                              enes

La Direzione Regionale del Molise di Confimpresa comunica che, domenica 18 novembre 2012 alle ore 17.00 , presso l'Agriturismo De Girolamo, in c.da Macchie a Colletorto (CB), si terrà l'incontro dei soci della neo costituita Federazione Italiana Macellai aderente a Confimpresa. "Domenica sarà il battesimo ufficiale per questa numerosa e grande categoria di commercianti ed operatori economici del settore alimentare - sottolinea Luigi Zappone, presidente di Confimpresa Molise - Siamo molto orgogliosi di quanto fatto in pochissimo tempo e soprattutto soddisfatti della voglia di aggregazione e di partecipazione che abbiamo riscontrato tra i commercianti molisani. Fim nasce come risposta alla grande crisi che sta travolgendo il piccolo commercio e la piccola distribuzione, nasce come risposta alle esigenze pressanti di rappresentanza che le piccole imprese non trovano più nei cosiddetti sindacati tradizionali. Domenica saremo in tantissimi per avviare un percorso che mette al centro il piccolo imprenditore, le sue istanze, le sue speranze. Non ci interessa eleggere presidenti o eleggere direttivi, non ci interessa andare ai tavoli per coltivare le proprie personali ambizioni politiche o, peggio, i propri interessi economici. Ci interessa che il lavoro dei macellai, come quello di tutti gli associati di Confimpresa, possa continuare, ci interessa che le botteghe e i negozi non chiudano e che la piccola impresa possa resistere e crescere. Questa è Confimpresa, questa è la Federazione dei macellai e siamo convinti che il nostro movimento otterrà ogni giorno di più consensi tra gli operatori economici molisani"

È entrato in vigore il 24 ottobre 2012 il nuove regime che regola i contratti agroalimentari. Secondo quanto disposto dall'articolo n. 62 delle legge n. 27 del 24 marzo 2012, le transazioni commerciali in campo agroalimentare dovranno sottostare a nuove regole quali obbligo di forma scritta, tempi di pagamento e interessi di mora. La legge, in particolare, si riferisce a tutti quei rapporti di cessione che non vedono coinvolti scambi tra privati consumatori, tra soci di cooperative agricole e cooperative stesse, ai soci di organizzazioni di produttori e vendite con il pagamento contemporaneo alla consegna.

Erano circa dieci anni che non assistevamo più ad eventi del genere: l'incontro organizzato dalla F.I.M., ,a neonata Federazione dei macellai italiani, in casa Confimpresa, - che ha avuto circa un mese fa il suo "battesimo" proprio in Molise - per la larga partecipazione di operatori macellai (circa una sessantina, su 126 che annovera l'intera provincia), per l'attenzione prestata in sede di esposizione delle tematiche sul tappeto ed il coinvolgimento nel dibattito che ne è seguito, ci hanno fatto ricordare "momenti di vita vissuta" (allora in altra realtà associativa) in cui "l'unione della categoria faceva veramente la forza". Di espressione di forza, di determinazione nel difendere il proprio lavoro, di decisione a volerlo fare con ogni mezzo ( lecito) consentito, si è trattato: i macellai della provincia di Campobasso hanno inteso lanciare un messaggio - che sicuramente avrà un seguito anche in altre realtà territoriali del Paese - per il quale occorre portare il consumatore finale a riconsiderare la valenza della "bottega delle carni" di tipo "artigianale/familiare" (quella sotto casa, per intenderci) e, soprattutto, a tenere presente che nella macelleria di zona, oltre a "conoscere il macellaio", si ha certezza di conoscere i prodotti che si acquistano e si consumano.

Durante l'incontro sono state trattate tematiche come: la "Continuità della tracciabilità delle carni", indipen-dentemente dalle normative e leggi in materia, del "Pacchetto igiene"; si sono affrontati gli aspetti che riguardano le "Micro imprese : tra fisco e formazione". Si è proceduto, quindi ad affrontare il problema della "macellazione clandestina e del grosso quantitativo delle carni sul mercato". Sono stati affrontati, infine, aspetti ti tipo organizzativo connessi alle manifestazioni che si vorranno tenere nel capoluogo molisano a ridosso del periodo pre e post natalizio, nel quartiere CEP, che prevedono un programma tutto da gustare: "Conosciamoci per riconoscerci".

Dopo circa tre ore di dibattito l'incontro ha avuto termine e si constatato, ancora una volta, come il "popolo degli operatori del terziario" (questa volta i macellai) sentivano e sentano il bisogno di essere "guidati" ( o semplicemente, accompagnati nel percorso...) da un Presidente determinato, battagliero e competente quale è stato ed è Luigi Zappone; la voce finale, a mò di coro, è stata: grazie Presidente, grazie per averci ridato voglia di combattere ancora tante battaglie insieme.

                                                                                                                                                           enes

Erano circa dieci anni che non assistevamo più ad eventi del genere: l'incontro organizzato dalla F.I.M., ,a neonata Federazione dei macellai italiani, in casa Confimpresa, - che ha avuto circa un mese fa il suo "battesimo" proprio in Molise - per la larga partecipazione di operatori macellai (circa una sessantina, su 126 che annovera l'intera provincia), per l'attenzione prestata in sede di esposizione delle tematiche sul tappeto ed il coinvolgimento nel dibattito che ne è seguito, ci hanno fatto ricordare "momenti di vita vissuta" (allora in altra realtà associativa) in cui "l'unione della categoria faceva veramente la forza". Di espressione di forza, di determinazione nel difendere il proprio lavoro, di decisione a volerlo fare con ogni mezzo ( lecito) consentito, si è trattato: i macellai della provincia di Campobasso hanno inteso lanciare un messaggio - che sicuramente avrà un seguito anche in altre realtà territoriali del Paese - per il quale occorre portare il consumatore finale a riconsiderare la valenza della "bottega delle carni" di tipo "artigianale/familiare" (quella sotto casa, per intenderci) e, soprattutto, a tenere presente che nella macelleria di zona, oltre a "conoscere il macellaio", si ha certezza di conoscere i prodotti che si acquistano e si consumano.

Durante l'incontro sono state trattate tematiche come: la "Continuità della tracciabilità delle carni", indipen-dentemente dalle normative e leggi in materia, del "Pacchetto igiene"; si sono affrontati gli aspetti che riguardano le "Micro imprese : tra fisco e formazione". Si è proceduto, quindi ad affrontare il problema della "macellazione clandestina e del grosso quantitativo delle carni sul mercato". Sono stati affrontati, infine, aspetti ti tipo organizzativo connessi alle manifestazioni che si vorranno tenere nel capoluogo molisano a ridosso del periodo pre e post natalizio, nel quartiere CEP, che prevedono un programma tutto da gustare: "Conosciamoci per riconoscerci".

Dopo circa tre ore di dibattito l'incontro ha avuto termine e si constatato, ancora una volta, come il "popolo degli operatori del terziario" (questa volta i macellai) sentivano e sentano il bisogno di essere "guidati" ( o semplicemente, accompagnati nel percorso...) da un Presidente determinato, battagliero e competente quale è stato ed è Luigi Zappone; la voce finale, a mò di coro, è stata: grazie Presidente, grazie per averci ridato voglia di combattere ancora tante battaglie insieme.

                                                                                                          enes

Erano circa dieci anni che non assistevamo più ad eventi del genere: l'incontro organizzato dalla F.I.M., ,a neonata Federazione dei macellai italiani, in casa Confimpresa, - che ha avuto circa un mese fa il suo "battesimo" proprio in Molise - per la larga partecipazione di operatori macellai (circa una sessantina, su 126 che annovera l'intera provincia), per l'attenzione prestata in sede di esposizione delle tematiche sul tappeto ed il coinvolgimento nel dibattito che ne è seguito, ci hanno fatto ricordare "momenti di vita vissuta" (allora in altra realtà associativa) in cui "l'unione della categoria faceva veramente la forza". Di espressione di forza, di determinazione nel difendere il proprio lavoro, di decisione a volerlo fare con ogni mezzo ( lecito) consentito, si è trattato: i macellai della provincia di Campobasso hanno inteso lanciare un messaggio - che sicuramente avrà un seguito anche in altre realtà territoriali del Paese - per il quale occorre portare il consumatore finale a riconsiderare la valenza della "bottega delle carni" di tipo "artigianale/familiare" (quella sotto casa, per intenderci) e, soprattutto, a tenere presente che nella macelleria di zona, oltre a "conoscere il macellaio", si ha certezza di conoscere i prodotti che si acquistano e si consumano.

Durante l'incontro sono state trattate tematiche come: la "Continuità della tracciabilità delle carni", indipen-dentemente dalle normative e leggi in materia, del "Pacchetto igiene"; si sono affrontati gli aspetti che riguardano le "Micro imprese : tra fisco e formazione". Si è proceduto, quindi ad affrontare il problema della "macellazione clandestina e del grosso quantitativo delle carni sul mercato". Sono stati affrontati, infine, aspetti ti tipo organizzativo connessi alle manifestazioni che si vorranno tenere nel capoluogo molisano a ridosso del periodo pre e post natalizio, nel quartiere CEP, che prevedono un programma tutto da gustare: "Conosciamoci per riconoscerci".

Dopo circa tre ore di dibattito l'incontro ha avuto termine e si constatato, ancora una volta, come il "popolo degli operatori del terziario" (questa volta i macellai) sentivano e sentano il bisogno di essere "guidati" ( o semplicemente, accompagnati nel percorso...) da un Presidente determinato, battagliero e competente quale è stato ed è Luigi Zappone; la voce finale, a mò di coro, è stata: grazie Presidente, grazie per averci ridato voglia di combattere ancora tante battaglie insieme.

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Nomina del Consiglio della nascente FIM (Federazione Italiana Macellai) –

Disamina  opportunità ed avvio di una prima programmazione di attività sul territorio.

Giovedì 20 settembre,dalle ore 16,00, presso i locali della Confederazione – Direzione provinciale, in Via Duca d'Aosta, si è tenuta la prima riunione degli operatori macellai della provincia di Campobasso (in grossa parte operanti nel capoluogo regionale) che stanno dando vita alla nuova Federazione – la F.I.M. – in seno a Confimpresa.  Durante l'incontro si è proceduto, a cura del responsabile di Confimpresa a livello molisano, Sig. Luigi Zappone e del Dott. Luigi Musacchio, esperto del settore,  alla illustrazione dei potenziali interventi, per le attività di macellerie, per i consorzi e per i laboratori di lavorazione delle carni, attuabili attraverso l'utilizzo di specifici fondi del Ministero dello Sviluppo Economico. Lo stesso Presidente vicario Zappone si è soffermato ad illustrare altri servizi e finanziamenti percor-ribili mediante il ricorso ad "ARCA, finanza e progetti" ed a "Terminus"Srl.

La platea interessata, dalle illustrazioni semplici ma proprio per questo valutabili come percor-ribili, ha condiviso, senza alcun tenten-namento, l'idea esposta dal "vulcanico presidente", di avviare un "Progetto didattico sui consumi" , inteso a migliorare le rese nel reparto carni, all'approfondimento ed aggiornamento delle tecniche di lavoro, ecc.

Si è passati quindi ad esplicitare tutta la voglia – da parte dei convenuti – di dare attuazione in tempi brevi e comunque entro il mese di dicembre p.v. ad una manifestazione specifica che veda l'impegno degli operatori macellai e non solo, per dare vita a: "Dicembre al parco" , degu-stazione del "primo vino", del "primo olio" e naturalmente, delle "carni tipiche";in contemporanea a detta manifestazione, negli stessi spazi , ci sarà la degustazione de " I legumi del Feudo", naturalmente con la pasta molisana e il pane locale.

In chiusura dei lavori, il Presidente vicario regionale, Luigi Zappone, ha reso noto ai convenuti che ,da parte della Segreteria Nazionale, è stato dato mandato alla Direzione Regionale del Molise per dare attuazione ad un percorso di modifica strutturale della Confederazione, passando dagli attuali sindacati settoriali, a vere e proprie Federazioni di categoria; per quanto esposto si procede ad eleggere il primo Consiglio della Federazione F.I.M. – Confimpresa ( Federazione Italiana Macellai), nelle persone dei Sigg.ri Fernando FRANCO,Pasquale TUCCI, Leonardo MANCINI, Andrea VALIANTE, Fabio DE SOCIO, Antonio D'AVERSA. All'interno dello stesso Consiglio, che potrà essere allargato in relazione alle adesioni che si raccoglieranno nel prossimo futuro, sarà eletto, in una prossima riunione, il Presidente della Federazione.

Quello che è apparso chiaro da subito è stato il desiderio, non celato, da parte degli operatori del settore carni, di "tornare a percorrere", unitamente al "loro Presidente di sempre" strade ed esperienze che possono solo far bene al settore che, alla stregua di altri, negli ultimi anni – soprattutto in questa realtà molisana – ha sofferto l'abbandono e l'inerzia da parte del mondo associazionistico.

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La Banca del Mezzogiorno:

   come intende  offrire servizi alle imprese del sud?

 

Della neonata Banca del Mezzogiorno, figlia unica di Poste Italiane, si è parlato poco e sempre in modo piuttosto critico. Noi che teniamo a cuore le sorti dei nostri associati, che sono per lo più gli operatori delle imprese produttive della nostra realtà regionale,seguiamo con attenzione gli sviluppi dell’intera operazione, anche perché siamo curiosi di sapere in che modo verrà attuato il percorso dello “sviluppo delle piccole e medie imprese del mezzogiorno”. Ricordiamo che, una volta ( all’inizio dell’operazione che risale ad oltre due anni fa), sui circuiti web era apparsa una notizia che,all’epoca, sembrava interessante e che riguardava il modo con cui la banca avrebbe offerto i servizi alle imprese. Si doveva attuare di un “accordo di collaborazione con il CNR, Centro Nazionale Ricerche”, per facilitare i finanziamenti rivolti a progetti d’innovazione e mettersi in diretta concorrenza con le grandi banche nazionali che prevedono finanziamenti specifici per i progetti innovativi. Un accordo – come si leggeva all’epoca – che doveva portare alla semplifica-zione e, soprattutto, alla velocizzazione dei  processi di ricerca e innovazione, con l’obiettivo di integrare e mettere a disposizione del Paese asset scientifici, tecnologici e finanziari che favoriscano lo sviluppo del tessuto imprenditoriale, in particolare nel Mezzogiorno.          
Tra le finalità dell’accordo , firmato  a Roma dall’Ad di Poste italiane, Massimo Sarmi, dal Presi-dente del Cnr,Luigi Nicolais, e dall’Ad di BdM-Mcc, Pietro D’Anzi, vi era la valorizzazione dei risultati dei progetti di ricerca, anche attraverso l’attivazione di finanziamenti specifici; la diffusione di strumenti finanziari di supporto alle imprese; la promozione di eventi e strumenti funzionali a rafforzare il trasferimento tecnologico soprattutto verso le Pmi; il sostegno alle Pubbliche amministrazioni nelle fasi di valutazione dell’efficacia degli interventi. Con il protocollo in questione si sarebbe dovuto sperimentare una funzionale sinergia pubblico-privato capace di incidere sulle leve della valorizzazione dei risultati della ricerca.In particolare sui tempi, progettando e attivando servizi a supporto delle Pa; sulle risorse, attraverso forme di partenariato e garanzia; sulla diffusione e crescita dell’innovazione nel tessuto produttivo, attivando una capillare rete informativa e di servizi a disposizione dei ricercatori e delle imprese.
 
“Questo accordo permetterà di valorizzare gli investimenti realizzati – affermava all’epoca - l’Ad di Poste italiane Massimo Sarmi, e di utilizzare al meglio le nostre piattaforme tecnologiche e finanziarie, facilitando anche la nascita e la crescita di start-up, secondo criteri di progresso tecnologico e innovazione sociale. Dunque uno strumento importante per poter sfruttare al meglio, in tempi brevi, le ingenti risorse comunitarie disponibili“. Il comunicato ci era parso, sin da allora,  piuttosto oscuro rispetto alle modalità con cui la collaborazione si  sarebbe tradotta in finanzia-menti alle PMI del Sud . Finanziamenti specifici e strumenti finanziari di supporto alle imprese non erano  precisati. Restava solo la buona finalità del trasferimento tecnologico alle imprese che alcune banche avevano timidamente cercato di promuovere e la prospettiva di finanziare tante startup. Sta di fatto che, ad oggi, né le Bcc né le popolari sono entrate – almeno per ora - nel capitale dell’istituto che sarà, dunque, tutto delle Poste. Tutto il potere a Sarmi. La Banca del Sud procede, ma senza soci privati. Marcia indietro. Né le banche del credito cooperativo (Bcc) né le popolari entrano, almeno per ora, nel capitale dell’istituto, che resta così pubblico e in capo totalmente alle Poste, cioè al Tesoro. Il gruppo guidato da Massimo Sarmi, confermato due mesi fa per la quarta volta amministratore delegato, è da quest’anno controllato al 100% al ministero dell’Economia. Totalmente controllata dal Tesoro sarà quindi anche la Banca del Mezzogiorno, (voluta dal ministro Giulio Tremonti) per concedere credito agevolato sul medio-lungo termine alle piccole imprese. Tutto il contrario di quanto previsto all’inizio. A meno di ulteriori sorprese , saranno dunque le Poste a pagare per intero i costi di nascita della Banca del Sud: circa 350 milioni di euro secondo le stime degli operatori, cioè 136 milioni per l’acquisto del Mediocredito centrale e altri 200 per fare partire la macchina. Ma ci sono dei problemi. Uno è che, diversamente da quanto annunciato all’inizio, non è previsto alcun ingresso di altri soci nella Banca del Sud. Non intenderebbe più entrare Iccrea, la holding delle Bcc, né sono in lista d’attesa le annunciate banche del credito cooperativo meridionali. Il secondo problema è che l’autorizzazione della Banca d’Italia è sì arrivata, ma condizionata: la nuova Banca del Mezzogiorno potrebbe infatti concedere prestiti alle imprese soltanto dal 2012. Un piccolo intoppo per una banca che ha nel credito la propria missione.
Resta solo da rilevare come – a nostro avviso - La Banca del Mezzogiorno sia un soggetto ancora minuscolo. Infatti, a fine 2011 aveva solo 183 dipendenti, ricevuti dall’acquisto del Mediocredito Centrale, e 25 distaccati da Poste Italiane. I crediti alla clientela erano solo 131 milioni, ma nell’attivo ben 461 milioni di BTP e altri titoli di Stato in cui era stato impiegato il ricavato della vendita di un portafoglio di crediti legati alla finanza strutturata export ceduto/lasciato a Unicredit.  Insomma ancora una micro-banca le cui ambizioni di espansione sulla vasta rete sportelli postali al Sud sono tutte da realizzare. E noi che non intendiamo rimanere spettatori passivi della “partita”, proprio per quanto dicevamo all’inizio restiamo in attesa di conoscere l’evolversi dell’operazione persapere in che modo verrà attuato il percorso dello “sviluppo delle piccole e medie imprese del mezzogiorno”.
                                                                                                                                                                       Luigi  Zappone

 

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