Sabato, 16 Febbraio 2013 16:25

MA LA POLITICA, NAZIONALE E REGIONALE, SI E' ACCORTA CHE I CONTI NON TORNANO?

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Occorrono politiche efficaci a sostegno del commercio e delle PMI

 

Ancora una volta “ i conti non tornano”: il 2012 si è chiuso con l’ennesimo bilancio in rosso per le imprese del commercio e del terziario piĂą in generale. A due settimane dalle elezioni, chiediamo,sia al futuro governo nazionale, che a quello regionale, un impegno concreto per far ripartire i consumi e puntare alla crescita. “E’ necessario che la “nuova classe politica “ ( se nuova sarĂ !!!) tenga conto che nel 2012 il saldo delle attivitĂ  commerciali, tra aperture e chiusure, è stato fortemente negativo rispetto all’anno precedente; così come il volume dei fatturati. Una conseguenza, purtroppo, del crollo dei consumi. A nostro modo di vedere , ad una crisi economica evidente si sono aggiunti interventi errati del governo: in primo luogo l’aumento complessivo del carico fiscale su imprese e famiglie che ha indebolito ulteriormente i consumi e soprattutto l’assenza di un’idea di futuro che deprime la fiducia dei consumatori. A questo vanno aggiunte le “ricette schematiche”, prive di sostanza come la “liberalizzazione degli orari” che si è concretizzata solo nelle conseguenti aperture domenicali dei grandi centri commerciali. La conseguenza immediata, di detta liberalizzazione degli orari, è stata la chiusure dei negozi tradizionali, specie quelli alimentari, che è diventata una vera e propria piaga anche nelle nostre cittĂ . Occorre che la nuova classe politica faccia proposte precise – da attuare, una volta al governo -  sia dal lato della riduzione della spesa sia da quello dell’utilizzo delle risorse liberate, che vanno impegnate, senza perdere altro tempo, per ridare respiro e prospettive alle famiglie e alle imprese; il tutto con l’intento di bloccare l’allarmante emorragia di queste ultime e di consentire invece a chi opera soprattutto nel mercato interno di investire e creare nuovo lavoro e ricchezza. I candidati del territorio dovrebbero dare piĂą peso alle “piattaforme per le imprese”, che possono essere redatte e presentate solo da chi, come noi, ha vissuto e vive, nel quotidiano, il “mondo produttivo del terziario”. Giusto per accennare a qualche potenziale “percorso” diciamo che la riduzione delle spese nel settore pubblico ( da piĂą parti paventata) dovrebbe fare in modo che, l'utilizzo delle risorse liberate, vadano impegnate, senza perdere altro tempo, per dare respiro e prospettive a famiglie e imprese. Anche l’applicazione della Tares sarĂ  un ulteriore banco di prova per capire se la politica abbia compreso o meno la drammatica situazione delle imprese. si devono aggiungere impegni incisivi a livello nazionale,in particolare sulla crescita della capacitĂ  di spesa delle famiglie e il calmieramento delle rendite immobiliari che impongono alle imprese del settore canoni di affitto spesso insostenibili. E’ necessario, infine,come abbiamo sempre sostenuto, pensare a uno sviluppo piĂą armonioso dei nostri centri urbani,valorizzando il commercio di vicinato, investendo in politiche della mobilitĂ  adeguate ed anche combattendo in modo efficace i fenomeni di commercio abusivo.

                                                                              Luigi Zappone

 

Confimpresa Campobasso

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