Domenica, 17 Febbraio 2008 03:39

PECHINO: CAPITALE DELL’ACCADEMIA

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di Piero Formica (Jonkoping University)
Mentre si prepara a ricevere gli atleti delle Olimpiadi 2008, Pechino ha già guadagnato una posizione di testa nel circuito mondiale dei cervelli * L’intenzione è di allevare una nuova generazione di imprenditori senza frontiere, pronti a gareggiare nell’arena della competizione globale * L’architetto della Grande Riforma, Deng Xiao-ping, diceva che la Cina deve estrarre la verità non dai dogmi ma dai fatti *

Nel caso di Pechino, sono proprio i fatti che mettono a fuoco l’immagine di una metropoli che si accinge a diventare cuore pulsante dello sviluppo accademico e intellettuale * Lasciandosi alle spalle la sua rappresentazione come epicentro della ‘fabbrica del mondo’, Pechino aspira alla leadership mondiale dell’industria dell’idee e dei contenuti creativi, anch’essa in via di globalizzazione * Agilità del corpo e prontezza della mente insieme * La capitale delle Olimpiadi vuol anche essere capitale accademica.
Con un tasso annuo di crescita superiore al 10% e un Pil pro capite superiore ai 6 mila dollari nel 2006, la moderna economia della conoscenza è la direzione di marcia imboccata da Pechino * Attorno all’Accademia delle Scienze e alle tre principali università (la Pechino, la Tsinghua e quella di aeronautica ed astronautica) ruotano circa 500 mila ricercatori, più che nella Silicon Valley americana * La Zona sperimentale delle nuove industrie tecnologiche conta 170 mila imprese con 626 mila addetti * Queste imprese ad alta intensità di conoscenza rappresentano il 20% dell’export di Pechino e il 14% del suo Pil * In occasione del Forum annuale dei Premi Nobel tenutosi lo scorso 5-7 settembre, il vice sindaco di Pechino, Zhao Fengtong, ha dichiarato che nella capitale vivo no 350 mila scienziati, l’equivalente della popolazione di una medio-piccola città europea e americana * A Pechino si concentra il 45% dei maggiori progetti di ricerca cinesi e il 50% degli accademici del Paese * Più della metà delle richieste di brevetti proviene da qui.
Per i nomadi della conoscenza, Pechino è in primo piano * Nel corso della sua recente missione nella capitale il ministro statunitense dell’istruzione, Margaret Spellings, ha sottolineato che un numero crescente di studenti americani desiderano fare un’esperienza di studio in Cina e a Pechino * Il suo collega cinese ha affermato che annualmente più di 7 mila studenti stranieri chiedono una borsa di studio al governo cinese, un incremento dell’80 % tra il 1998 e il 2005 * Si prevede, secondo il ministro, che un gran numero di giov ani stranieri chiederà di studiare a Pechino negli anni a venire * Anche i loro colleghi cinesi sono coinvolti nel flusso internazionale di circolazione dei cervelli * Oggi, più di 63 mila studenti cinesi frequentano università americane: per presenza di studenti universitari stranieri negli Usa, la Cina è preceduta solo dall’India con 80 mila studenti.
L’Italia, al pari di altri Paesi europei, ha iniziato in ritardo la sua marcia di avvicinamento al circuito mondia-le dei talenti * L’Università di Bologna ha inaugurato il Collegio di Cina con l’intenzione di attrarvi studenti cinesi * Barriere linguistiche (nel nostro Paese, a differenza di altri come la Svezia, nelle università si insegna e si parla quasi esclusivamente in italiano) e burocratiche per il rilascio dei visti sono delle dighe che arrestano la libera circolazione internazionale dei giovani talenti * Ai benefici che il Paese potrà trarre dalla contaminazione internazionale tra persone ed idee le autorità cinesi credono tanto da investire massicciamente per tracciare nuove rotte di scambi intellettuali oltre che commerciali * Una di queste è la leggendaria Via della Seta percorsa da Marco Polo: ieri un ponte tra l’Impero Romano di Occidente e la Cina orientale, oggi l’inizio di un processo di cooperazione tra la Cina e le repubbliche dell’Asia centrale * La fame di talenti è tale che le autorità cinesi non vogliono rinunciare ad attingere al bacino di risorse materiali e intellettuali del Centro Asia.
(un ringraziamento all'editore Flavio Andrighetti)

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