Mercoledì, 18 Giugno 2008 02:59

Orario più flessibile con la direttiva Ue e la produttività sale

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Un sostegno alla crescita della produttività dalla piena applicazione della direttiva europea del 1993 sull'organizzazione degli orari di lavoro. Con modifiche alla normativa sul riposo settimanale per assicurare un utilizzo più intensivo degli impianti. E con clausole di opting out per consentire agli accordi locali o aziendali la definizione di assetti diversi da quelli previsti dai contratti nazionali.

Un capitolo della manovra triennale che sarà varata oggi (18.06.2008) dal governo è dedicato alle modifiche del decreto n.66 del 2003 di recepimento della direttiva europea n. 93/104. Le 35 ore consecutive di riposo settimanale che oggi maturano ogni 7 giorni, saranno calcolate su 14 giorni secondo il testo predisposto dal ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi. L'obiettivo è quello di consentire un'organizzazione dei turni più flessibile, per assicurare la piena efficienza produttiva degli impianti. Inoltre è assegnato, in linea con la riforma delle relazioni industriali, più peso agli accordi aziendali o territoriali, che potranno definire assetti diversi, più vicini alle esigenze locali, rispetto a quanto previsto dal contratto nazionale, fermi restando i vincoli stabiliti dalla normativa nazionale e comunitaria. L'articolato contiene anche una definizione di lavoratore notturno (colui che svolge «almeno 3 ore» di attività nella fascia oraria notturna). La formulazione del Dlgs 66 del 2003, invece, è più generica e include anche chi svolge durante il periodo notturno «almeno una parte del suo orario di lavoro». Viene, inoltre, abolita la sanzione che fa scattare la chiusura di un'impresa, in caso di violazione della normativa sugli orari. Mentre è confermata la chiusura per reiterate violazioni della normativa sulla salute e sulla sicurezza.
Sacconi, se da un lato ha spiegato che non avrà effetti sull'Italia l'ultima proposta di direttiva partorita dai ministri del Welfare a Lussemburgo con le deroghe al tetto delle 48 ore per la settimana lavorativa (potrà arrivare fino a 60 o 65 ore), dall'altro ha chiarito di voler utilizzare tutti gli spazi previsti dalla precedente direttiva per superare alcuni vincoli e sostenere la crescita della produttività. Non a caso, la scorsa settimana il ministro Sacconi aveva auspicato l'apertura «anche in Italia, come in altri Paesi europei, di un confronto sull'orario di lavoro», per evitare «come accaduto in passato, di trasporre i precetti europei aggiungendo oneri e vincoli» che «penalizzano l'Italia rispetto ai partner europei».
Un altro capitolo importante riguarda le semplificazioni, con l'introduzione del libro unico del lavoro. Dall'eliminazione del libro matricole – sostituito dalla comunicazione obbligatoria online – i consulenti del ministero delle Semplificazioni hanno stimato per le imprese risparmi per 260 milioni di euro l'anno. La tenuta del libro paga ha un costo annuo di 6 miliardi per le imprese, che verrebbero dimezzati dalle misure di semplificazione. Si prevede, inoltre, una riduzione del contenzioso (sono 500mila le cause di lavoro ogni anno), con il potenziamento del ricorso alla conciliazione, all'arbitrato e alla certificazione dei contratti: il giudice dovrà perseguire frodi e violazioni, ma saranno imprese e sindacati a decidere sulla tipologia contrattuale più rispondente ad un rapporto di lavoro.
Modifiche anche per le sanzioni contro il lavoro sommerso. In aggiunta a quanto già previsto dall'attuale normativa, l'impiego irregolare di lavoratori da parte del datore di lavoro privato (escluso quello domestico), è punito con una sanzione da 1.500 a 12 mila euro per ciascun lavoratore, più 150 euro per ciascuna giornata lavorativa. Va da mille a 8 mila euro per ciascun lavoratore, maggiorata di 30 euro per ogni giorno, se il lavoratore risulta regolare per un periodo successivo. Per l'evasione contributiva la multa aumenta del 50%.
Ma queste nuove sanzioni non si applicano se dalle registrazioni effettuate sul libro unico del lavoro nel mese precedente all'accertamento si evidenzia la volontà di non occultare il rapporto.

Autore: Giorgio Pogliotti
Fonte: Il Sole 24 Ore - Mercoledí 18 Giugno 2008

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