Mercoledì, 17 Febbraio 2010 01:13

La ripresa per le piccole imprese

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Segnali timidi di ripresa ci sono ma le piccole imprese non ce la faranno se non si interviene tempestivamente. Ormai per parecchie di loro dobbiamo dire “non ce l’hanno fatta”.
È quanto risulta dalle opinioni e dai dati raccolti da Confimpresa.
Abbiamo chiesto al dr. Riccardo Ghelli, presidente dell’associazione, a che cosa attribuiva le difficoltà delle PMI e ci ha risposto : “ in primo luogo alla stretta creditizia che le banche hanno praticato, in particolare le grandi banche, riducendo per la piccola impresa la possibilità di ottenere anticipi su fattura. Questa restrizione operata dalle banche è avvenuta contestualmente all’allungamento dei termini di pagamento attuato dalle grandi imprese a danno delle piccole ed in particolare a quelle del settore della sub-fornitura”.

Per le piccole imprese quindi la ripresa passa su alcune direttrici chiare:
- miglioramento delle condizioni di accesso al credito bancario;
- ripristino di con dizioni di “equità” nel rapporto con le grandi imprese;
- disponibilità di nuove risorse per investimenti.
“Il resto sono chiacchiere – aggiunge il presidente Ghelli – o elementi importanti che esprimeranno la loro positività in tempi medio lunghi come la riforma del sistema pensionistico o le liberalizzazioni a cui fa riferimento la presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, e se vogliamo fermare la crescente disoccupazione che oltre che tra ai lavoratori dipendente sta registrando incrementi notevoli anche tra i lavoratori autonomi, dobbiamo dare impulso all’attività della piccola impresa che, come ha già dimostrato in passato, è in grado di reagire rapidamente, riorganizzarsi e creare nuovi posti di lavoro”.
Confimpresa si vuole iscrivere al “club degli ottimisti” ma chiede al Presidente Silvio Berlusconi maggiore attenzione alle PMI, all’artigianato ed alle imprese minime che spesso solo l’unica possibilità di lavoro per chi le gestisce.

Confimpresa Roma

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